I corpi estranei in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma

I CORPI ESTRANEI di Mirko Locatellli è stato selezionato per il CONCORSO del Festival Internazionale del Film di Roma che si terrà dall’8 al 17 novembre 2013 all’Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro De Coubertin 10.

CAST
Filippo TIMI, Antonio Jaouher BRAHIM,  Jaber Gabriel e Tijey DE GLAUDI,  Pietro Dragos TOMA, Eugeniu Naim CHALBI, Rachid El Farouk, ABD ALLA Youssef

CREDTS
Regia Mirko LOCATELLI
Sceneggiatura Mirko LOCATELLI, Giuditta TARANTELLI
Fotografia Ugo CARLEVARO
Suono in presa diretta Paolo BENVENUTI, Simone OLIVERO, Daniele SOSIO
Montaggio Fabio BOBBIO, Mirko LOCATELLI
Musiche BAUSTELLE
Prodotto da Fabio CAVENAGHI, Paolo CAVENAGHI, Mirko LOCATELLI, Giuditta TARANTELLI
Una produzione STRANI FILM
In associazione con OFFICINA FILM, DENEB
In collaborazione con SAE INSTITUTE MILANO
Con il supporto di FONDAZIONE MAGICA CLEME

SINOSSI
Antonio (Filippo Timi) è solo a Milano con il suo bambino, Pietro, affetto da una grave malattia: sono arrivati al nord per cercare uno spiraglio di salvezza. Jaber, quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali: è migrato in Europa da poco, in fuga dal Nord Africa e dagli scontri della primavera araba. L’ospedale è una città nella città dove entrambi sono costretti a sostare: Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef. La malattia è l’occasione per un incontro tra due anime sole e impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore.

NOTE DI REGIA
Come raccontare la malattia di un bambino e il dolore di un padre? Con quali immagini? Ecco le prime domande che mi sono posto scrivendo I corpi estranei, come sempre insieme a mia moglie Giuditta Tarantelli, co-sceneggiatrice e co-produttrice dei miei film. Siamo voluti partire da due parole chiave: dignità e pudore. La dignità di Antonio, eroe silenzioso, lontano dalla famiglia per proteggere suo figlio; quella di Jaber, poco più che un ragazzino, che si muove quasi sempre nel buio, come fosse a guardia del corpo, ancora vivo, del suo amico Youssef; e quella di tutti gli uomini e le donne che lottano per la sopravvivenza, propria o dei propri cari, nella corsia dell’ospedale come tra i bancali di un mercato notturno. Il pudore, poi: quello che in fase di scrittura avevamo voluto appartenesse ai nostri personaggi, e con cui poi ho voluto raccontarli, come fossero protagonisti di un documentario, per tutelare i loro corpi, i loro sentimenti, i loro rapporti, quando si scrutano, si odiano, si aiutano o stanno fermi ad aspettare nella speranza che qualcosa, attorno a loro, possa cambiare.

Strani film

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