IL PROCESSO
TITOLO
Il processo
REGIA
Giorgio Barberio Corsetti
CAST
Filippo Timi, Gabriele Benedetti, Roberto Rustioni, Walter Leonardi, Gaetano Mosca, Federica Santoro, Alessia Berardi, Milena Costanzo, Paolo Musio
ANNO
1998
INFORMAZIONI
Agli inizi di questo secolo dalla sua stanza di Praga, nel crollo della vecchia Europa e il sorgere della nuova con tutti gli orrori che avrebbe saputo inventare, Kafka è riuscito a percepire la modernità e ad interpretarne attraverso la scrittura i segni nascosti. Nella superficie di un quotidiano logoro e compatto egli ha aperto degli spiragli visionari che permettono di leggere tutta la tragicità della nostra epoca. Ma in Kafka il tragico è sempre visto attraverso una profonda e sofferta ironia, che rende la sua scrittura implacabile e comica. La scrittura di Kafka scava nelle profondità come un animale sotterraneo, creando un labirinto dentro cui il pubblico si inoltrerà al seguito di Joseph K. La calunnia, il giudizio, la colpa, lo spalancarsi dell’interiorità davanti allo sguardo impietoso degli altri saranno i muri di questo labirinto mentale e scenografico, popolato di personaggi e figure che, balzate fuori dalla quotidianità, diventano parti di una terribile macchina simbolica. Questo viaggio al seguito di Joseph K. è stato pensato per spazi non teatrali, o per spazi teatrali usati in modo non convenzionale. A Palermo è stato rappresentato nei Cantieri Culturali alla Zisa, a Roma all’ex Mattatoio, a Foligno all’Auditorium. Le musiche originali di Daniel Bacalov erano eseguite dal vivo da tre musicisti. La serialità, la proliferazione dei gesti, l’ingrandimento di dettagli insignificanti che diventano segni dalle terribili conseguenze, la minaccia dell’ombra, sono elementi della scrittura di Kafka che nello spettacolo sono stati tradotti anche attraverso l’utilizzazione di videoproiezioni e videoinstallazioni a cura di Fabio Iaquone. Lo spettacolo, seguendo le peripezie di Joseph K. alle prese con un mondo esterno che assomiglia al mondo interiore popolato da proiezioni, fantasmi e figure distorte, è costruito come una sinfonia visionaria di musica, parole e spazi, e si dipanerà attraverso scenografie mobili in continua mutazione di cui il pubblico sarà una parte integrante.